29.10.05

sui morti

Il capo mi spedisce a una tavola rotonda organizzata da una delle mille “inutili” associazioni della zona. Il tema è il ricordo della figura di un personaggio a 30 anni dalla sua prematura scomparsa. Nella sua breve vita (50 anni), tra le altre cose, è stato responsabile della nostra redazione. Non se ne può parlare male. Va beh…
Ascolto le parole di chi si trova al tavolo e, mentre prendo i miei appunti, mi viene voglia di vomitare. Con tutto il rispetto per questa persona, mi chiedo se sia mai possibile che i morti siano tutti delle figure speciali. Tutti bravi, impegnati, mai una macchia nella loro vita. Quello che mi colpisce dei discorsi sui morti è che alla fine, quando crepiamo, tutti ci assomigliamo. Almeno, a giudicare dalle parole di chi ci ricorda in situazioni ufficiali. La banalità di chi parla, poi si riflette in maniera inevitabile negli articoli. Piatti. Una palla per tutti. Per chi parla, per chi ascolta, per chi scrive e, non ultimo, per chi legge. Ma chi le legge ste cose?