6.4.06

La scuola, uno strano ritorno.

La scuola è un trauma che ti porti dietro tutta la vita, non c'è dubbio.
Chi l'avrebbe detto che dopo tanti anni ci sarei tornato. Anche se la mia posizione non è più quella dello studente, rimettere piede in un'aula mi ha fatto una certa impressione. Appena ho varcato la porta, ho rivissuto la stessa angoscia vissuta allora quando, a causa delle probabili interrogazioni o in vista di un compito in classe, impreparato com'ero dormivo le mie notti in modo agitato.
Per una di quelle situazioni che vengono definite casualità del destino, mi sono ritrovato - inaspettatamene - ad accettare la proposta di sostituzione di un insegnante in una scuola media. Non ho neppure avuto il tempo per riflettere, serviva subito e ho dato la mia disponibilità.
Suona paradossale, ma adesso c'è un gruppo di preadolescenti che si rivolge a me dandomi del lei e chiamandomi profesore. E' una posizione che non sento mia perché non ho mai pensato di intrapprendere questa carriera. All'università non ho mai finalizzato il piano di studi all'insegnamento come invece facevano molti, ho sempre pensato d'essere inadeguato e ho preferito coltivare le materie interessanti a quelle utili.
Fare l'insegnante di sostegno sta a metà strada tra i banchi e la cattedra e mi permette di avere uno sguardo particolare sull'istituzione scolastica. In tre giorni mi sono già beccato una gita, un consiglio di classe e un ragazzo sospeso. Se queste sono le premesse... avrò di che imparare in qusti due mesi.