13.3.06

"Il mare di notte, lo hai mai visto", storia di Evian (*)

“Il mare di notte, lo hai mai visto? Quello si che fa paura”. I suoi occhi sono fissi su di me, ma non mi vedono. Le immagini che mandano al cervello sono quelle della traversata sul gommone verso l’Italia. Evian aveva 17 anni quando otto anni fa ha deciso di lasciare l’Albania verso una vita diversa. Stiamo mangiando, lui ha davanti a sé una mega insalata con tonno e mozzarella. Ora ha un lavoro e sta bene, ma dopo la traversata non ha potuto sedersi per dieci giorni. “Sai cosa vuol dire salire su un gommone con quattro motori da 100 cavalli che scappa dalla guardia di finanza?”. Le sue domande sono più forti di ogni noioso racconto. Sono pugni nello stomaco. “La prua saltava sul nero delle onde e quando tornava giù sbatteva sull’acqua e faceva scintille. Sembra assurdo, vero? Ma faceva scintille. Stare a prua è la cosa peggiore, ma quando la finanza intercetta gli scafisti, beh…”, il racconto si interrompe. Taccio. So che non c’è bisogno d’incalzarlo con domande, poco a poco la sua storia riaffiora da sola. “Quelli sparano. La Guardia di Finanza non mente quando dice che gli scafisti per essere più leggeri sparano alle persone e le gettano in mare. Io sono stato fortunato ero giovane e loro sparano agli uomini”.
Il biglietto costa caro, ma non c’è nessuna prima classe e, come noto, finisce con un bagno a mare. “Quando sono venuto in Italia io, erano altri tempi. I viaggi dei gommoni erano come quelli dei taxi. Un continuo avanti indietro. Chiedevi in giro e ti mettevi d’accordo sul prezzo. Poi aspettavi”. Il racconto procede a singhiozzo. Non resisto e domando cosa si dovesse aspettare e dove lo si faceva. “Aspettavi che dall’altra parte, dall’Itlaia, dessero l’ok. Le condizioni dovevano essere favorevoli. Si stava sulla spiaggia e si aspettava. Io sono venuto da solo”.
All’improvviso il racconto sterza: “Gli albanesi non sono cattive persone, ma poi ci si ritrova a dover sopravvivere. Io ho avuto culo. Dopo un anno c’è stata la sanatoria, ma prima… Ti ritrovi a dormire nelle macchine, al freddo, a mangiare al supermercato cose di cui poi ti vergogni. I Cpt, contro cui tutti si scagliano, per me vanno bene perché evitano che le persone si riducano a diventare delle bestie”.
Si, d’accordo, ma come la mettiamo col fatto che poi i casndestini vengono rilasciati con un foglio di via e nulla più? Evian è intelligente e glissa lanciando una proposta: “…Ci sono tanti lavori che gli italiani non vogliono fare, nei Cpt potrebbero valutare le attitudini dei clandestini e impiegarne qualcuno in quelle attività che nessuno vuole svolgere”. Incalzato commenta: “Con tutto quello che i clandestini pagano, non se ne vanno dal Paese solo perché hanno un foglio di via. Se sono al Nord, migrano al Sud dove ci sono meno controlli di polizia. Se uno vaga per le strade del Nord ha più probabilità di essere fermato che tra quelle del Sud. Io mi sono trasferito su perché ho un regolare permesso, altrimenti sarei rimasto giù”.
Oggi Evian fa il cameriere e nel suo lavoro è bravo. “Si comincia con una cosa, poi se ne fa un'altra”. Non entra nello specifico, il suo curriculum rimane sfumato. “Qui sto bene, non si sa mai, magari mi fermo. Qui vicino c’è un aeroporto con voli per l’Albania cosìquando devo andare a trovare la mia famiglia non ho problemi”.
(*) Il nome è di fantasia, ma la storia è vera.