22.3.06

L'avventura del colore nuovo. Gauguin+van Gogh


Tre lunghe ore di coda con un vento leggero che silenzioso sferzava la faccia, le orcchie e le mani, ma ne è valsa la pena: Van Gogh è sempre van Gogh e dal vivo è emozione pura.

Magari Gauguin non fa lo stesso effetto. I suoi colori sono piani e, fotografati, non perdono d'intensita come invece accade per le grosse pennelate di Vincent.
Ogni volta che mi trovo davanti a un suo quadro mi chiedo come sia possibile che nella sua breve carriera sia riuscito a venderne soltanto uno. Era inquietante, è vero, ma la sua forza sta proptio in quel suo segno rapido e breve. Con tanti pazzi che oggi girano liberi per le strade ed espongono nelle gallerie di tutto il mondo, è inevitabile pensare che se fosse vivo, non sarebbe considerato tanto folle come accadde un secolo fa.
Forse senza di lui non ci sarebbe stata la rivoluzione pittorica degli inizi del '900, o forse si, comunque farsi qualche ora di coda a Brescia per vedere al Museo di Santa Giulia "L'avventura del colore nuovo" può rivelarsi una mossa tut'altro che stupida.