12.4.06

Tra l'incudine e il martello.

Da un lato mi chiedo come sia stato possibile riuscire a sopravvivere per così tanti anni alla scuola, dall’altro mi chiedo come facciano gli insegnanti a non farsi venire un esaurimento nervoso alla settimana. Da qualunque punto la si guardi, la scuola mi appare un luogo di tortura.
Mentre i ragazzi sono costretti a seguire docenti che in molti casi e per diversi motivi non riescono a trasmettere la loro effettiva o presunta scienza, i docenti non hanno armi per farsi rispettare. Alcune armi, per la verità, i professori le avrebbero anche, ma a forza di usarle sono ormai spuntate.
Ai miei tempi …argh, questa affermazione che avevo giurato di non usare mai è il segno dell’inesorabile avanzare degli anni. Ai miei tempi, dicevo, gli insegnanti non avevano neppure bisogno di minacciare una nota per ottenere dei risultati. I miei compagni ed io sapevamo bene che la spada di Damocle pendeva sulle nostre teste e che bastava poco perché ci trafiggesse con conseguente cazziatone dei genitori.
Per farla breve, ogni comunicazione scolastica rappresentava uno spauracchio e un potenziale pericolo alla libertà individuale di ciascun alunno.
Oggi non è più così. Stamattina non sono riuscito a contare le volte in cui la professoressa ha detto a uno o all’altro dei ragazzi di prendere il libretto personale e scrivere “che l’alunno Tizio faceva confusione durante l’ora tal dei tali” o che “l’alunno Caio non aveva portato il quadreno” oppure che “l’alunno Sempronio era stato maleducato nei confronti dell’insegnante”.
Secondo me l’apoteosi del paradosso si raggiunge quando l’insegnante chiede allo studente di tirare fuori il libretto e lui risponde di non averlo per evitare la nota. Si innesca un circolo vizioso:

- Perché non hai il libretto?
- Perché l’ho finito.
- Perché non ne hai chiesto un altro alla segreteria?
- …
- Va bene, allora prendi il diario.


A questo punto allo studente non rimane altra via che quella di prende il diario. Qualsiasi cosa avesse fatto prima, ormai è passata in secondo piano. L’oggetto principale della comunicazione insegnante-famiglia diventa l’assenza del libretto personale. La madre o il padre prenderanno atto del fatto che il figlio è stato richiamato per una mera questione formale e con buona pace di tutti la questione termina li.
Questa è la sQuola.
Amen.