11.7.06

Dino Zoff, grazie.

L'Italia vince dopo 24 anni il Mondiale di calcio e mi ritrovo a dover intervistare Dino Zoff, il capitano di Spagna 82. Giuro che in carriera, qua e là, mi è già capitato d'intervistare qualche personaggio noto e giuro anche che non mi ero mai fatto prendere dall'emozione. Siamo tutti persone, è lavoro, basta il rispetto dell'altro, non serve prostrarsi di fronte ai famosi, anche perché, quando li si incontra, sepesso sono delle grandi delusioni.
Con Zoff è stato diverso. Non ce l'ho fatta a trattenermi. Il cuore ha cominciato a battermi forte fin da subito, da quando un suo amico mi ha dato il numero di cellullare.

Per me Zoff non è un'allenatore. Non è nemmeno il ct che agli europei del 2000 ha perso la finale contro la Francia di Zidane a tempo ormai scaduto. Per me lui è il portiere della nazionale che l'11 luglio del 1982 vinse il titolo mondiale sotto gli occhi di Sandro Pertini. Avevo solo 8 anni allora, e la stessa età ho avuto ieri quando l'ho chiamato. Il tempo è come se non fosse mai passato. Non era il giornalista a parlare, le domande le faceva il bambino che è in me.

A differenza di oggi, allora seguivo con attenzione il calcio. Zoff, Gentile Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antonioni, Graziani era una poesia, non una formazione. A distanza di anni ricordo ancora a memoria i risultati delle gare (ahimè non tutti i marcatori), va da sé che trovarmi al telefono con Zoff è stato come trovarmi al Santiago Bernabeu in quella torrida notte d'estate. Ho sollevato con lui la Coppa del Mondo che, idealmente, mi ha autografato e donato.

In un bar dall'altra parte della redazione incorniciata sottovetro, appesa a un muro, c'è una delle sue maglie grigie. Ho sentito l'innato bisogno di chiedere a Zoff se sia quella di Italia-Germania, ma non lo sa neppure lui, sa però che è una di quelle originali del Mondiale. Ogni volta che entro in quel bar le getto una fugace occhiata e provo una sorta di nostalgia. Questo nuovo successo azzurro e la nostra telefonata non credo che riusciranno a cancellare la magia spagnola del fanciullo che fù.
Grazie Dino.