13.7.06

Il mistero del costume da bagno

Ogni giorno ogni redazione riceve delle lamentele. C’è sempre qualcuno che per un motivo o per un altro, a torto o a ragione, protesta. Spesso i motivi che spingono a sollevare la cornetta per regalare alle compagnie telefoniche qualche centesimo di euro sono strani, per non dire incomprensibili. La lamentela di oggi ne è un esempio lampante.

La prima telefonata della mattina è stata di un uomo che chiedeva il motivo per cui si trovava sul giornale con gli slip.
- È una foto scattata in piscina, si vede che lei si trovava in piscina.
È l’ovvia risposta del caposervizio.
- Si, lo so, lunedì mi trovavo in piscina, ma perché indosso gli slip?
- Non lo so, me lo dica lei…
- Avete ritoccato la foto.
- …
- Che trucco avete usato?
- Scusi?
- Io non ho mai indossato gli slip, portavo i boxer e posso dimostrarlo. Vi porto una foto…

Un quarto d’ora dopo il signore in questione spalanca la porta della redazione con in mano la tanto attesa foto. Non c’è neppure bisogno che spieghi il motivo della sua visita; anche se vestito, lo riconosciamo tutti alla prima occhiata. È indubbiamente lui quello ritratto di tre quarti con la panza che sporge dalla pagina degli appuntamenti. Specifica che la presenza del suo pancione sul giornale non lo disturba affatto, vuole solo sapere perché abbiamo trasformato i suoi boxer in slip.
Cattiveria, pura cattiveria. Nelle redazioni dei giornali c’è così poco da fare che per ingannare il tempo si ritoccano le foto e si ridicolizzano le persone.

- Guardi, questa è una foto dell’anno scorso…
- ???
- Vede? Avevo i boxer, gli stessi che indossavo lunedì.
- Si vede che li aveva tirati su.
- Non li tiro mai su perché mi da fastidio scoprire la coscia.
- Guardi, non lo so perché nella foto ha gli slip. Ma siamo sicuri che non sia uno che le somiglia molto?
- No, sono io, questa è mia figlia. Posso vedere la foto originale.
- Deve andare dal fotografo, ma è improbabile che sia diversa da questa.

Prima di andarsene – presumibilmente dal fotografo – l’uomo ha voluto una stampata dell’immagine incriminata. La sua espressione non è mai apparsa pienamente soddisfatta.

11.7.06

Dino Zoff, grazie.

L'Italia vince dopo 24 anni il Mondiale di calcio e mi ritrovo a dover intervistare Dino Zoff, il capitano di Spagna 82. Giuro che in carriera, qua e là, mi è già capitato d'intervistare qualche personaggio noto e giuro anche che non mi ero mai fatto prendere dall'emozione. Siamo tutti persone, è lavoro, basta il rispetto dell'altro, non serve prostrarsi di fronte ai famosi, anche perché, quando li si incontra, sepesso sono delle grandi delusioni.
Con Zoff è stato diverso. Non ce l'ho fatta a trattenermi. Il cuore ha cominciato a battermi forte fin da subito, da quando un suo amico mi ha dato il numero di cellullare.

Per me Zoff non è un'allenatore. Non è nemmeno il ct che agli europei del 2000 ha perso la finale contro la Francia di Zidane a tempo ormai scaduto. Per me lui è il portiere della nazionale che l'11 luglio del 1982 vinse il titolo mondiale sotto gli occhi di Sandro Pertini. Avevo solo 8 anni allora, e la stessa età ho avuto ieri quando l'ho chiamato. Il tempo è come se non fosse mai passato. Non era il giornalista a parlare, le domande le faceva il bambino che è in me.

A differenza di oggi, allora seguivo con attenzione il calcio. Zoff, Gentile Cabrini, Oriali, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Antonioni, Graziani era una poesia, non una formazione. A distanza di anni ricordo ancora a memoria i risultati delle gare (ahimè non tutti i marcatori), va da sé che trovarmi al telefono con Zoff è stato come trovarmi al Santiago Bernabeu in quella torrida notte d'estate. Ho sollevato con lui la Coppa del Mondo che, idealmente, mi ha autografato e donato.

In un bar dall'altra parte della redazione incorniciata sottovetro, appesa a un muro, c'è una delle sue maglie grigie. Ho sentito l'innato bisogno di chiedere a Zoff se sia quella di Italia-Germania, ma non lo sa neppure lui, sa però che è una di quelle originali del Mondiale. Ogni volta che entro in quel bar le getto una fugace occhiata e provo una sorta di nostalgia. Questo nuovo successo azzurro e la nostra telefonata non credo che riusciranno a cancellare la magia spagnola del fanciullo che fù.
Grazie Dino.