11.12.05

Presa di coscienza

Due giorni di sciopero degli organi di stampa, per una persona che scrive la cronaca locale in un piccolo capoluogo di provincia significa liberare la mente dalle categorie in cui è rinchiusa. Tanto attaccata ai piccoli fatti irrilevanti che capitano quotidianamente, la mente si addormenta e crede di fare grandi cose quando scrive di cazzate belle e buone.
Sei cosciente della pocchezza delle notizie che dai, ma non ti rendi conto di quanto futili siano fino a che non ti astrai e le guardi da fuori. Allora ti ricordi che scrivere di una vecchietta colpita da un auto mentre scarta a causa del peso della spesa sul manubrio è importante per la vecchietta e per chi la conosce, ma che nella storia complessiva dell'umanità è un fatto catalogabile sotto la voce "chissenefrega".

Prendere coscienza è un fatto pericoloso. Almeno per me, perché mi precipita nell'angoscia e nella voglia di andarmene. Di fare qualcosa di più. Altro perchè mi sento inutile.

10.12.05

Alle giostre

Per un adulto che non si sente ancora cresciuto, accompagnare un bambino alle giostre può rivelarsi una delusione. Mia nipote di sette anni voleva entrare nel “Castello incantato”, ma non voleva affrontarlo da sola. Ho dovuto accompagnarla accorgendomi così di quanto le sensazioni cambino con il passare del tempo.
Il castello incantato era tale e quale a quando 15/20 anni fa lo “frequentavo” io, ma per me l’atmosfera era del tutto diversa. Non c’era più mistero e tutto appariva addirittura banale quando non una presa in giro bella e buona. L’unica soddisfazione è venuta dal sorriso felicemente spaventato di mia nipote, capace di ripagare qualsiasi amarezza dovuta allo scorrere degli anni.
La massima gioia è però venuta sulla ruota panoramica, quando cioè la sua serenità si leggeva su un viso affatto scalfito dal vento freddo di dicembre. I suoi occhi e la sua espressione sarebbero stati capaci di lenire qualsiasi tristezza.
Quando un bambino vi chiede di andare alle giostre: andateci. Fa meglio a voi che lui.