27.11.06

siamo tutti pezze da piedi

Mi ritrovo a nominare un file "Tizio morto stroncato da ictus" e mi accorgo come la vita in certi casi sia trattata come pezze da piedi. Questo poveretto che se ne è andato stanotte nel suo letto dopo due anni e mezo di malattia, nella sua esistenza ne avrà anche fatte di cose, eppure per me, per la memoria del mio notebook, sarà quello "stroncato da ictus". Secco e implacabile, come la morte. Ricorderò solo l'ultimo atto della sua vita, un atto che neppure ha scelto, ma ha subito. Ma è giusto? Ci impegnamo per decenni a fare in modo che quando non ci saremo più, che si sia fatto del bene o che si sia fatto del male, la gente continui a ricordarci e alla fine, di noi, rimane solo il modo con cui veniamo strappati da questo mondo...
va' che è proprio ingusto.

25.11.06

la guerra, la morte, la vita

In lontananza il suono delle pale che girano diventa sempre più palpabile. Bang. Si aprono le danze. La pelle si accartoccia, puzza, brucia. La senti nel naso: è la guerra. Quella guerra che in tv ha solo due dimensioni. Ti ci trovi dentro. Hai mai pensato che sarebbe successo? I proiettili fischiano sopra la tua testa e pensi. Ti passa per la mente che qualcuno da qualche parte sta facendo l’amore. Tu potresti morire e qualcun’altro potrebbe scoprire la vita. Se solo fossi altrove. Vorresti, ma sei li. Non hai scelta, devi salvare il culo. O stai giù e speri che la battaglia si placchi come il vento all’improvviso o ti alzi e corri sperando che nessuno ti veda o che, se ti vede, non riesca a prenderti. Non c’è bisogno che il cecchino ti scelga come obiettivo, può stenderti anche un colpo non diretto a te, uno di quelli sparati a caso da un povero diavolo spaventato, uno di quelli senza nome che vagano nel cielo del set surreale che gli uomini si ostinano a chiamare Mondo, uno di quelli che non aspettano altro se non trovare un corpo solido nel quale fermarsi.
“Ieri se n’è andato. E domani ci sarà?”.
Non dovresti trovati faccia a faccia con la morte per chiederti quanto durerai. Le cose dolci devi provarle, devi tentare di provarle sempre. Tutto quello che devi fare è tentare di essere libero. Nella testa. E un po’ anche nel cuore. Puoi mangiare, ma non abbuffarti. Non vale la pena, poi, vomitare. Devi crederci. Io ci credo. Non sacrificarti. Il buio è li che aspetta, lo senti? No? Non va bene, vuol dire che sei già morto. Non è più possibile andare avanti così. Stringi le narici, chiudi gli occhi, tappa le orecchie, annulla la percezione di tutto. Isolati. Vedrai: starai bene. Benissimo. Nessuno e niente ti disturberà. Ma che differenza c’è con il resto?
Perché non ti alzi e prendi quella pallottola che vaga senza nome nel cielo del set surreale che gli uomini si ostinano a chiamare Mondo?

(colonna sonora d’ispirazione: Lenny Kravitz)

3.11.06

Ancora Dino

Ok, calma. Il fatto che oggi abbia conosciuto Dino Zoff non c'entra. Vi ricordate la storia della maglia della nazionale che sta sotto vetro appesa al muro del bar dall'altra parte della strada? Non può essere quella della finale di Spagna 82. A fugare ogni dubbio è stato lo stesso Zoff.
Stamattina ha fatto una sortita nel bar in questione e dopo averla osservata qualche secondo ha sentenziato: "E' di dopo il Mondiale. Sullo scudetto ci sono tre stelle". La risposta era semplice, bastava guardare e capire. In u momento la raltà ha schiacciato tutta la magia dei sogni. Forse quando non guardiamo con attenzione le cose, lo facciamo solo per non perdere l'illusione, per continuare a rimanere bambini.